Santi Cosma e Damiano di Bulciago
Cenni storici (pag.1)
Nella Via Santi Cosma e Damiano di Bulciago sorge l’omonima antica chiesetta dedicata a questi martiri medici siriani, proprietaria di un appezzamento di terreno il 14 giugno 1206: quindi il suo sorgere è certamente antecedente tale data, ma non disponiamo di elementi per formulare alcuna ipotesi sulle sue origini, se non contestualizzarla nel rinnovato fervore che permea la società dopo l’anno Mille, ma potrebbe essere anche precedente.
Il luogo di culto non è espressamente richiamato nel Liber Notitiae Sanctorum Mediolani nei toponimi a noi noti riferibili a Bulciago, tuttavia troviamo, in corrispondenza delle chiese dedicate a San Damiano, la seguente registrazione: «Item loco Livizago, plebis de Massalia ecclesia Sancti Damiani»; che secondo il sacerdote Giovanni Dozio (1798-186), dottore della Biblioteca Ambrosiana, potrebbe rappresentare una alterazione di Bulciago, perché non è nota una località corrispondente nella pieve di Missaglia.
Sta di fatto che la chiesa dei Santi Cosma e Damiano, che in antico era parrocchiale, perde progressivamente la propria dignità, definitivamente annullata con l’unione del suo beneficio alla chiesa parrocchiale di San Giovanni Evangelista dello stesso luogo, la quale, invece, assume in sé ogni prerogativa, mediante il provvedimento sancito dalla Sede apostolica con bolla di papa Paolo IV del 26 maggio 1555, emessa a favore del curato Marco Nava e suoi successori.
Forse l’esiguità del beneficio prima e la sua successiva sottrazione, giustificano il fatto della mancata registrazione della rendita beneficiaria dei Santi Cosma e Damiano nei cataloghi diocesani del 1398 e del 1564, anno in cui risulta investito del beneficio di San Giovanni Evangelista di Bulciago prete Cristoforo Nava, nipote del Rev. Marco Nava residente a Milano.
Le condizioni dell’edificio manifestano segni di degrado in occasione della visita pastorale effettuata da padre Leonetto Chiavone il 26 ottobre 1567, che al tempo stesso fornisce qualche dettaglio interessante.
La chiesa è esterna all’abitato, lontana quanto la gittata di una balestra: circa 400 metri. Si crede che un tempo fosse parrocchiale, ma ora è aperta, non pavimentata, coperta di sole tegole e in essa non si celebra. Alcune pareti del locale annesso presentano i segni della distruzione operata dagli spagnoli: esisteva dunque una sacrestia contigua? Al presente tutto è abbandonato. Il reddito è unito a quello della parrocchiale. L’ordine del visitatore è di dotare la chiesa di porte, tenerla chiusa e non celebrarvi se prima non si ripari secondo le ordinazioni generali.
Nelle stesse condizioni la trova San Carlo il 20 agosto 1571, perciò prescrive una serie di interventi per renderla onorevole, ma fino a quando non saranno eseguiti resterà chiusa e vietata ogni celebrazione.
La convinzione che in essa si esercitasse la cura d’anime è confermata ancora nella visita del 1602, così come l’inadeguatezza del luogo per le celebrazioni liturgiche. L’altare è privo di ancona sostituita da immagini dei Santi Cosma e Damiano. Altro dettaglio rilevato è la presenza del cimitero, che occupa l’area circostante nella parte anteriore e meridionale.
Bibliografia essenziale: ARCHIVIO PARROCCHIALE DI BULCIAGO.