San Giovanni evangelista di Bulciago
Cenni storici
La costruzione della nuova chiesa
L’arco temporale ottocentesco all’interno del quale è da collocare la costruzione dell’attuale edificio, concluso definitivamente nel primo decennio del Novecento, costituisce una fase storica scarsamente comprovata. Purtroppo, la documentazione pervenuta è inconsistente, perché nella sede conservativa appropriata, che dovrebbe essere prevalentemente quella dell’Archivio Parrocchiale di Bulciago, indubbiamente ben ordinato e regestato, non sono stati reperiti disegni, relazioni tecniche, approvazioni dell’autorità ecclesiastica e civile, bilancio amministrativo, se non alcune sporadiche tessere sparse del più complesso mosaico.
Un elemento indiretto che potrebbe giustificare l’ampliamento, oltre alle precarie condizioni strutturali, è l’andamento demografico. Nell’arco di un secolo e mezzo si passa dalle 518 anime del 1757, alle 725 del 1825, mentre un consistente incremento è registrato nel 1849 con 880 anime. E ancor più accentuato è quello che intercorre tra il 1887 con 1.000 anime censite, che raggiungono le 1.400 nel 1908 (Milano Sacro).
Il primo intervento che lascia prefigurare la volontà di costruire una nuova chiesa, è la disponibilità rilasciata il 2 ottobre 1818 dal capomastro Giuseppe Grassi, ad abbattere gratuitamente la casa parrocchiale, perché evidentemente interferirà con la costruzione della «nuova ciesa. provvedendo in pari tempo che sarà mia premura di conservare copi e sasi d’opera, legnami etc.». Da ciò deduciamo che sono in corso le procedure e gli studi per costruire il nuovo luogo di culto.
In un appunto succinto apposto sullo Stato d’Anime del 1850-1858 è scritto: «chiesa vecchia atterrata nel 1829» e «chiesa nuova funzionante nel novembre 1830», ma non conosciamo l’entità dell’intervento. Negli atti di vista dell’arcivescovo Carlo Andrea Ferrari del 1898, è riportato che la parrocchiale è stata benedetta il 28 ottobre 1830, corrispondente al giorno infrasettimanale di giovedì! E da un’altra carta risulta che il luogo di culto è benedetta dal parroco Giuseppe Spreafico il giorno 21 settembre 1830, nella vigilia dei Santi Cosma e Damiano: in effetti nel calendario liturgico la ricorrenza cade il 26 settembre, perciò la liturgia verosimilmente è stata celebrata il giorno 25 nella vigilia che quell’anno cadeva di sabato. La scelta della data forse non è casuale, perché l’oratorio dei Santi Cosma e Damiano è sempre stato considerato la primitiva chiesa parrocchiale di Bulciago. E in occasione di ristrutturazioni invasive, ricostruzioni o ampliamenti di San Giovanni Evangelista, la chiesa di periferia è stata impiegata per le celebrazioni comunitarie, mentre era attivo il cantiere.
Il progetto è sviluppato dall’Arch. Biagio Magistretti di Como (1779-1846, nato a Torricella comune svizzero del Canton Ticino), professore di liceo, architetto del Duomo di Como che riedificherà nel 1843 la chiesa parrocchiale di San Vito di Barzanò. La gara d’appalto è vinta da Domenico Pellegrini il 17 aprile 1828, residente in Civello di Como, che deve eseguire i lavori secondo il capitolato predisposto. Il contratto è sottoscritto il 28 aprile 1829 dal parroco don Giuseppe Spreafico e dalla fabbriceria di Bulciago per una parte e il Sig. Domenico Pellegrini dall’altra. L’importo previsto per la realizzazione dell’opera è di lire austriache 24648.00. L’atto è rogato dal notaio Antonio Maria Corbetta figlio del fu Giulio residente in Oggiono. A fronte della cifra pattuita il Sig. Pellegrini risulta creditore di lire austriache 2520.54 in data 17 novembre 1830; mentre dal bilancio finale redatto dall’Arch. Magistretti in data 7 aprile 1831 emerge uno scostamento: costo finale lire austriache 26053.11 a fronte di un versamento effettuato al Pellegrini di lire austriache 22532.15, perciò resta da saldare un debito di lire austriache 3520.96. E tutto ciò è stato possibile grazie al «generoso concorso di proprietari locali, e la prestazione gratuita di tutti i parrocchiani», scrive l’autore del Chronicon.
Quale sia l’entità dell’intervento e la parte interessata di struttura non siamo in grado di stabilirlo: supponiamo la cappella maggiore invertendo l’orientamento. Se così fosse si tratterebbe di una decisione indubbiamente importante, perché scardina una consuetudine priva però di qualsiasi motivazione di carattere tecnico o ambientale, ma liturgica: da oriente sorge il sole, dunque la luce identificabile con il Cristo.
Certo deve essere stato di entità ridotta se solo dopo un quinquennio, ovvero nel 1836, la chiesa parrocchiale di Bulciago oltre a essere «di soverchia angusta è altresì pericolosa e cadente», come rileva la relazione dello stesso Arch. Magistretti. Inoltre, non permette «un decoroso ristauro per la di lei irregolarità ed incapacità a contenere la popolazione», che nel 1838 è di 810 anime. Pertanto, è dato di nuovo incarico all’Arch. Biagio Magistretti di intervenire sull’intero corpo in due lotti per non superare le disponibilità finanziarie. La spesa del primo lotto di lavori ascende a lire austriache 22954.55, mentre il secondo è di 1478.80 per un totale complessivo di lire austriache di 24432.35, «omesse per ora diverse operazioni», prospetto eseguito il 2 ottobre 1836. L’appaltatore è sempre lo stesso Domenico Pellegrini, tuttavia manca qualsiasi disegno che definisca graficamente l’intervento strutturale o una relazione tecnica che descriva l’entità delle opere. Notiamo anche la difformità degli importi, ridotti a qualche finitura con il secondo lotto rispetto al primo. Manca il dato di chiusura dei lavori, verosimilmente nel 1841, se non più tardi, perché il 17 settembre 1846 circa una dozzina di notabili di Bulciago, sull’esempio dei loro genitori che concorsero con le loro offerte alla costruzione della chiesa parrocchiale ora, su quel gesto di gratitudine, confermano il loro contributo, da devolvere nell’arco di un biennio per la posa di un organo essendone privo il luogo di culto: strumento tanto necessario per il decoro delle sacre funzioni, disponibile pressoché in tutte le chiese parrocchiali.
Il 2 maggio 1849 la fabbriceria di Bulciago concorda con il Sig. Giuseppe Bernasconi, fabbricatore d’organi di Varese, quartiere Bosto, l’installazione di un nuovo organo sulla base del progetto presentato, che prevede di acquistare l’organo di sua produzione installato nella chiesa di San Vittore di Missaglia, utilizzando il materiale in buono stato per ricostruirlo uguale a Bulciago. Il 18 giugno 1849 la fabbriceria di Bulciago acquista dalla fabbriceria di San Vittore di Missaglia tutti i componenti del vecchio organo, eccetto la cassa, per una spesa di lire austriache 1500.00. Trasportati i componenti a Bulciago sono installati nei mesi successivi, così che il Sig. Giuseppe Bernasconi il 14 novembre 1849 riscuote l’importo di lire 1400,00 a saldo dell’organo funzionante, che «a giudizio di periti è riuscito essere buono» e il 31 agosto 1850 sono sollecitati i benefattore al versamento della quota promessa. Lo strumento musicale è restaurato e riattivato nel 1899 dall’organaro Ermolli di Varese.
La collocazione dell’organo avviene sopra la porta maggiore, perché il 12 agosto 1860 la fabbriceria e il parroco don Carlo Cressini, promuovono una colletta fra i benefattori della parrocchia per installare una nuova bussola in noce a protezione dell’ingresso della porta maggiore e che sostenga, al tempo stesso, la cantoria e la cassa dell’organo.
Considerato che il 7 giugno 1850 il Sig. Bartolomeo Torretta accetta di eseguire i due altari come da disegno – dettagliatamente descritti nella composizione e impiego dei marmi – supponiamo che la planimetria ricalchi già in buona parte l’attuale. Gli altari sono posti in opera nei mesi di agosto-settembre 1850 ma la chiusura del contratto con le ultime finiture si trascina fino al 9 aprile 1856.
Tale ipotesi è supportata anche dall’esecuzione dei dipinti, perché il 16 settembre 1861 il pittore Luigi Sabatelli junior di origini fiorentine (1818-1889), riceve 10 napoleoni d’oro «per il prezzo di una medaglia da me dipinta nella volta della chiesa di Bulciago, rappresentante San Giovanni Evangelista, e di varie teste di Serafini nella mezza callotta del coro come pure di una medaglietta rappresentante lo Spirito Santo in una corona di Serafini». Contemporaneamente il pittore Serafino Bernasconi esegue i «dipinti di ornato» e riceve il compenso in data 17 ottobre 1861.
Nel 1895 si pone mano al restauro del campanile installando il nuovo concerto di campane in Re maggiore della ditta Barigozzi di Milano.
Spese per un ulteriore ampliamento sono attribuite agli anni 1909 fino al 1911 con chiusura conto in data 11 aprile 1914, come registrato nel «Giornale privato d’Amministrazione per l’ampliamento della chiesa parrocchiale e conseguente necessaria ristrutturazione delle casa parrocchiale», per una spesa complessiva di lire 20188.00, sostenuta grazie alla generosità dei parrocchiani, associazioni, benefattori, clero, cassa parrocchiale e dei Morti dell’Avello.
Anche in questo caso non abbiamo indicazioni precise sui dettagli dell’intervento, ma supponiamo che comprenda l’aggiunta o l’ampliamento delle due navate laterali, inclusa la ristrutturazione dell’annessa casa parrocchiale. Scorrendo gli importi delle spese risulta che i lavoro sono stati eseguiti dal capomastro Usuelli Ferdinando, sotto la direzione dell’Ing. Arnaboldi, mentre consistente è il lavoro effettuato dal decoratore e pittore Panzeri. Anche in questo caso però mancano documenti descrittivi dell’intervento effettuato. Il 25 settembre 1910 è registrata la spesa del «marmista di Barzanò per trasporto e posa in opera altari laterali e balaustre» per un importo di lire 90; quindi quasi certamente non si tratta di una nuova fornitura ma l’adeguamento degli altari esistenti.
Nel 1922 il presbiterio è ingentilito dai due quadri laterali affrescati del pittore milanese Enrico Volonterio (1873-1929) e la rappresentazione della Gloria degli Angeli adoranti il Santissimo Sacramento.
Negli anni Trenta dello scorso secolo è posato il nuovo pavimento e decorato il Battistero. Nel 1965-1966 intervento sul pronao della facciata con l’aggiunta di due colonne di pietra di saltrio, in sostituzione di due murature ad elle; quindi, si procede al restauro interno delle decorazioni da parte dei Fratelli Taragni di Bergamo. Nel 1989 sono installate nelle finestre le vetrate piombate, rappresentanti i Sacramenti, opera del pittore Mino Marra, realizzate nel laboratorio di restauro Villa di Bergamo.
Bibliografia essenziale: ARCHIVIO PARROCCHIALE DI BULCIAGO. V. LONGONI, Torri e campanili nella pieve di Missaglia, 1988, pp. 103, 174-176, 211-213. V. LONGONI, Gli Umiliati in Brianza, in Archivi di Lecco, 1985, n. 4, p. 800. I. ALLEGRI, La cura di S. Giovanni Evangelista di Bulciago nelle visite pastorali di S. Carlo (1567-1583), in I Quaderni della Brianza, 1998, n. 117, pp. 103-177. I. ALLEGRI, La Pieve di Missaglia nel 1567: dagli Atti di visita di Padre Leonetto Chiavone primo visitatore di San Carlo, in Storia religiosa della pieve di Missaglia, vol. II, Cassago Brianza 2016, p. 149, passim.